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23 Aprile 2024 Elimina data

23 Maggio 2024 Elimina data

Come avviare un negozio di abiti da sposa e da cerimonia

Tutte le donne ricordano il magnifico abito che indossò Grace Kelly alle nozze con il Principe Ranieri di Monaco, in stile a “palloncino” con le maniche di pizzo e un lungo e raffinato velo al gomito. I maligni diranno che è un abito indimenticabile, dato che lo abbiamo rivisto al matrimonio di un’altra principessa, Kate Middleton in WindsoR. In realtà la passione per l’abito da sposa è una delle poche tradizioni sempre in crescita, in cui tutte le coppie sentono il bisogno di investire.

Come avviare un negozio di abiti da sposa e da cerimonia

Proprio per questo, avviare un atelier di abiti da sposa, meglio se con annesso laboratorio sartoriale, è un business senza tempo. I prodotti che si possono offrire in un negozio di abiti da sposa e da cerimonia sono moltissimi, dagli abiti per gli sposi a quelli per le damigelle, spaziando verso accessori e vestiti adatti ad altre cerimonie, come battesimi e comunioni.

Aprire un atelier di abiti da sposa può garantire, a chi ha gusto e passione per la moda, dei guadagni molto interessanti. Le competenze tecniche si possono acquisire direttamente sul campo e si può rendere innovativo il proprio negozio puntando sull’usato e sul noleggio di abiti da cerimonia.

Di fatto, se c’è un settore che ha resistito bene alla crisi economica globale, che negli ultimi anni ha influenzato negativamente la maggior parte dei mercati, è quello dei matrimoni e di tutte le attività che vi sono connesse, dall’organizzazione della cerimonia alla vendita di abiti e accessori.

A dimostrarlo, oltre alla crescita della spesa, anche il proliferare di fiere, riviste, guide, programmi televisivi, reality show e addirittura la comparsa di network interamente dedicati a questo settore. La passione per i fiori d’arancio, inoltre, ha dato vita a nuove e interessanti professioni: una su tutte, quella del wedding planner.

Il matrimonio è, infatti, uno dei giorni più importanti nella vita di una persona. Per il suo valore a livello iconico e sociologico, l’abito è un elemento fondamentale: attorno a esso si costruisce lo stile dell’intera cerimonia, che può essere a tema e più o meno formale.

Sin dall’antichità, l’abito da sposa ha sempre avuto un notevole rilievo, proprio perché eletto a rappresentante simbolico del potere economico e del prestigio famigliare della futura consorte. Nel corso dei secoli il vestito da sposa ha subito innumerevoli modifiche, che hanno coinvolto il suo colore e la sua forma.

Per fare un esempio, il primo abito bianco documentato risale al 1406. Vestiva la principessa Filippa, figlia di Enrico IV d’Inghilterra, ed era composto, secondo le ricostruzioni storiche, da una tunica e da un mantello con orlo di pelliccia d’ermellino. Durante il Settecento, il secolo dello splendore e dell’opulenza, gli abiti nuziali erano composti di ampie gonne e impreziositi da tessuti in colori sgargianti; in Francia, durante la Rivoluzione Francese, nacque il modello cosiddetto in “stile impero” che riprendeva, rivisitandola, la forma degli abiti dell’antico impero romano. Tuttavia, l’abito da sposa come viene inteso oggi è nato nel XIX secolo e ha consolidato la sua leadership nel corso del secolo successivo, affermando il bianco – colore della purezza – come tonalità dominate e quasi obbligata. Risale allo stesso periodo l’introduzione dell’uso dei guanti, abbinati a una gonna ampia, arricchita da uno strascico, adatta alle nuove, per l’epoca, usanze: il ricevimento e il dolce nuziale.

Negli stessi anni Emmeline Pankhurst, iniziatrice del movimento di emancipazione femminile detto delle “suffragette”, si sposava in blu.

Bisognerà aspettare gli anni settanta del Novecento e l’esplodere del femminismo perché si sconvolga il modello di abito tradizionale: spuntano modelli e colori rivoluzionari e la sposa, per la prima volta nella storia, decide da sé come organizzare il suo matrimonio. Con il potere decisionale in mano alla sposa, l’abito nuziale subisce un importante incremento di interesse e, a partire dagli anni ottanta, non si contano gli stilisti che studiano sempre nuovi modelli, adatti a tutte le esigenze e tutti i gusti.

Oggi, avviare un atelier di abiti da sposa e da cerimonia può rivelarsi un ottimo business, in particolare se si possiede una forte passione per la moda e si ha un buon gusto estetico.

I prodotti e i servizi offerti da un atelier di questo genere possono variare, in particolare sulla base dei target di clientela cui si vuole fare riferimento. Oltre agli abiti da sposa e da sposo, ai relativi accessori e all’intimo da sposa, si possono proporre abiti da cerimonia per adulti, premaman, per taglie comode e per bambini, da battesimo e da comunione, da sera e per party, per feste a tema e in maschera, costumi teatrali di scena, per saggi di danza, per produzioni cinematografiche ecc.

Una soluzione innovativa è sicuramente quella di proporre il noleggio di questi abiti e costumi, all’insegna del risparmio e del riciclo. Inoltre, si può ampliare la gamma dei prodotti offerti proponendo la realizzazione o la vendita di partecipazioni di nozze, bomboniere e confetti. In un atelier ben organizzato, alla vendita dei prodotti si possono affiancare alcuni servizi che costituiscono un elemento importante per il successo dell’attività, come il servizio di sartoria, anche a domicilio, il servizio di consulenza più generale e la possibilità di acquistare online.

Un atelier può decidere di specializzarsi solo nella vendita di abiti e accessori, oppure dedicarsi anche alla realizzazione sartoriale degli articoli. Secondo il tipo di formula scelta varieranno sia la dimensione dell’atelier con i relativi locali, sia il tipo di attrezzature utili per svolgere l’attività. Se si opta per offrire ai propri clienti il servizio di sartoria è necessario procedere all’iscrizione all’Albo delle Imprese artigiane.

Gli investimenti necessari per avviare un atelier di abiti da sposa e da cerimonia dipendono in primo luogo dalla configurazione e dalle dimensioni che si vorranno dare all’attività, seguono il design e la localizzazione. Per ovviare in parte a queste spese è possibile affiliarsi a una catena di franchising per beneficiare di un know how già testato e dell’affiancamento costante da parte del franchisor.

Anche se per aprire un atelier non sono necessarie competenze specifiche, per consigliare al meglio i clienti è importante possedere un’approfondita conoscenza dei materiali e degli stili e una forte passione per il settore dei matrimoni, oltre a tenersi costantemente aggiornati sui nuovi modelli proposti nelle diverse stagioni. Il cliente sarà, infatti, più invogliato a comprare ed eventualmente a ritornare se sarà ascoltato e consigliato dall’addetto alle vendite. Se si prevede anche la realizzazione dei capi sarà fondamentale avvalersi della figura professionale del sarto.

Un ultimo input per l’avvio di un negozio di abiti da sposa e da cerimonia deriva da una ricerca condotta dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori: se il numero dei matrimoni celebrati in Italia diminuisce, è invece in crescita la spesa media riservata all’evento. Al primo posto tra le voci del budget non poteva che ergersi un indimenticabile abito da sposa.

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