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27 Aprile 2024 Elimina data

27 Maggio 2024 Elimina data

Come aprire una casa famiglia e comunità alloggio per minori, disabili e adulti in difficoltà con Kit StartUp

Aprire una casa famiglia per persone in difficoltà: un business che fa bene

In Italia se c’è un settore in forte crescita è quello assistenziale.

Sai perché? Disabili, minori, persone con problemi psichici, donne in difficoltà, persone con problemi di dipendenza, detenuti ed ex detenuti hanno bisogno di un supporto che non sempre lo Stato è in grado di dare.

Se hai pensato di aprire una casa famiglia per persone in difficoltà non solo sei una persona lodevole dal punto di vista umano, ma hai avuto anche una buona idea di business: a livello economico è un’attività che può risultare economicamente fattibile e gratificante.

 

Tipi di strutture di accoglienza e normativa

Si fa presto a dire casa famiglia. Ma cosa dice la normativa a riguardo? Vediamo quali sono i tipi di struttura di accoglienza previsti dalla legge.

Intanto possiamo dividerle in due categorie principali:

  • Sono le strutture rivolte a coloro che attraversano un momento di difficoltà e hanno bisogno di accoglienza per periodi più o meno lunghi, perché non possono contare sul supporto familiare o perché la permanenza in famiglia contrasta con il progetto individuale di assistenza.
  • Socio-sanitarie. Prevedono un livello di assistenza sanitaria più alto, che comprende le cure mediche, infermieristiche e riabilitative.

A livello di normativa nazionale le leggi più significative sono:

  1. La legge 8 novembre 2000 n. 328 che si limita a stabilire quali soggetti possono ottenere l’autorizzazione a esercitare l’attività da parte dei Comuni e con quali modalità. Il compito di legiferare è delle Regioni.
  2. Il Decreto Ministeriale n. 308 del 21 maggio 2001 che fissa i requisiti minimi strutturali e organizzativi che devono avere le strutture residenziali e semiresidenziali per avere l’accreditamento da parte dei Comuni. Per il tipo di struttura che consideriamo in questo articolo il decreto individua:
  • Comunità di tipo familiare. Per offrire una sistemazione accogliente e confortevole, seppure temporanea, viene riprodotto il più possibile il modello familiare: la presenza di figure parentali, un numero ridotto di ospiti per consentire rapporti interpersonali più vicini possibile a quelli di una vera famiglia, caratteristiche strutturali della casa idonee a riprodurre un ambiente domestico.
  • Strutture a carattere comunitario Anche le comunità alloggio, come le case famiglia, sono strutture destinate all’accoglienza di utenti con limitata autonomia personale. Sono caratterizzate dalla bassa intensità assistenziale e bassa e media complessità organizzativa.
  • Strutture protette. Queste strutture possono prevedere un servizio sanitario e medico di media intensità. In queste strutture ogni prestazione di tipo sanitario e terapeutico dovrà essere personalizzata in base ai bisogni del singolo ospite.

Come avvio una struttura di accoglienza?

Per capire come aprire e organizzare una casa famiglia/comunità alloggio per persone in difficoltà dovrai innanzitutto consultare le leggi e i regolamenti della Regione o del Comune nel quale intendi operare.

1. L’autorizzazione del Comune

La prima cosa che devi fare è ottenere l’autorizzazione del Comune in cui ha sede la struttura, dopo la verifica dei requisiti minimi richiesti da parte di una commissione nominata dal direttore generale dell’Azienda Sanitaria Locale.

2. Il convenzionamento

Una volta ottenuta l’autorizzazione, puoi richiedere il convenzionamento per ricevere sovvenzioni.

Il convenzionamento, grazie ad una serie di controlli periodici, garantisce alle famiglie degli utenti la qualità dei servizi offerti e può essere utile al Comune, che può integrare i propri servizi con quelli offerti dalla casa famiglia convenzionata.

3. La Carta dei Servizi

Quando richiederai l’accreditamento dovrai scrivere e presentare la cosiddetta Carta dei Servizi per mostrare la struttura e le sue finalità.

Dovrai anche descrivere in modo dettagliato gli spazi, la ricettività e le figure professionali.

4. Contratto con la ASL e assicurazione

Una volta ricevuto il convenzionamento il passo successivo è stipulare con l’ASL di competenza un contratto di servizio per la fornitura di prestazioni sanitarie – assistenza infermieristica, assistenza riabilitativa –, la formazione e l’aggiornamento degli operatori.

I locali

Per gestire una struttura di accoglienza ci sono diversi fattori da considerare e molti aspetti da organizzare. Il più importante è quello dei locali.

Ci sono molte norme a cui fare riferimento in materia di urbanistica, di edilizia, di sicurezza degli impianti e delle attrezzature, di prevenzione degli incendi, di prevenzione dai fulmini e dagli agenti atmosferici.

È importante anche seguire tutte le norme per eliminare le barriere architettoniche e tutte le disposizioni relative all’igiene.

Sono sempre le leggi regionali a fare riferimento. A queste si aggiungono le delibere comunali che di solito entrano nel merito della natura dell’attività stabilendo nel dettaglio le caratteristiche e le dimensioni che ogni casa famiglia/comunità alloggio dovrebbe avere.

Se hai spazi sufficienti puoi anche aprire la casa famiglia nella tua abitazione, di proprietà o in affitto. Nel caso scegliessi di ospitare utenti con esigenze particolari, ad esempio disabili motori, dovrai effettuare lavori di muratura per adattare l’abitazione ai requisiti imposti dalla normativa regionale e dalle indicazioni urbanistiche ed edilizie del Comune.

Per ovviare a questo problema molti scelgono una struttura che abbia già tutte o la maggior parte delle caratteristiche strutturali previste dalla legge, o addirittura costruire una struttura ex novo, anche se quest’ultima scelta è la più dispendiosa.

Gli utenti e i servizi da offrire

A chi destinare i servizi della tua casa famiglia? Puoi prendere in considerazione:

  • minori;
  • donne in difficoltà, ex prostitute, vittime di tratta, ragazze madri;
  • disabili;
  • disabili psichici;
  • persone con problemi di dipendenza;
  • detenuti e ex-detenuti.

In base agli utenti che accoglierai, puoi decidere di configurare la struttura come mista, solo maschile o esclusivamente femminile.

Alcune strutture scelgono di dare alloggio e assistenza a tanti tipi di utenti: sono le cosiddette comunità familiari con multiutenza complementare. Il requisito indispensabile di queste strutture è rispettare la compatibilità dei diversi utenti.

Per quanto riguarda i servizi da offrire, alcuni sono comuni a tutte le tipologie di utenti individuati. Ciascuna struttura, in base alla propria specializzazione, dovrà individuare, in aggiunta ad essi, i servizi specifici più adatti ai propri ospiti.

Tra i servizi comuni vi sono, ad esempio, l’accoglienza, il pernottamento e la ristorazione. L’organizzazione dell’attività varia sensibilmente, tuttavia, se a questi servizi di base si sceglie di aggiungere i servizi di tipo socio-educativo e l’attività scolastica per i minori, il counseling per le donne in difficoltà o le attività riabilitative per disabili e tossicodipendenti.

Le prestazioni mediche sanitarie e l’assistenza psicologica necessitano dell’ausilio di professionisti esterni.

 

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