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27 Aprile 2024 Elimina data

27 Maggio 2024 Elimina data

Coltivare bambù: come e perché avviare una coltivazione di bambù in Italia

Quella di coltivare bambù in Italia potrebbe essere un’idea tutt’altro che bizzarra. A quanto pare, infatti, il bambù potrebbe diventare una delle colture più promettenti per il futuro, ed oltre ai potenziali vantaggi economici, il bambù è sostenibile anche per l’ambiente. Ecco tutto ciò che occorre sapere per avviare con successo una coltivazione di bambù e trasformarla in un’opportunità di business innovativo.

Coltivare bambù non sarà una pratica agricola così diffusa dalle nostre parti, ma è sicuramente più semplice di quel che si possa credere e anche potenzialmente redditizia. Si pensa al bambù come ad una pianta esotica lontana anni luce dalle tradizioni contadine italiane, ma in realtà la nostra penisola presenta le condizioni ideali per avviare un bambuseto produttivo nel breve e lungo periodo. Inoltre è una pianta che fa bene all’economia e all’ambiente viste le sue notevoli proprietà fitodepurative e la facilità con cui si adatta a qualsiasi tipo di terreno. Curiosi di sapere come diventare pionieri di questa nuova frontiera dell’agricoltura?

 

Perché coltivare il bambù

Versatile, rinnovabile e facile da coltivare: visto così, il bambù sembra proprio una di quelle colture innovative in cui conviene investire. Anche se nell’immaginario collettivo questa pianta è associata a terre lontane come le vaste pianure asiatiche di Cina e Giappone, la sua coltivazione si adatta a qualsiasi tipo di terreno e ha bisogno di pochissime cure. Coltivare bambù, dunque, è un’opportunità interessante anche per un agricoltore poco esperto almeno per 3 motivi:

  1. Il legno ricavato dai fusti è resistente e flessibile, perfetto per realizzare pavimentazioni e arredi di pregio, armature e ponteggi e cippato di bambù.
  2. La fibra ottenuta dalla lavorazione delle canne (culmi) è una materia prima 100% ecologica destinabile alla produzione di tessuti, carta e complementi d’arredo.
  3. I germogli, ricchi di principi nutritivi e proprietà benefiche, trovano largo impiego in campo alimentare, omeopatico e cosmetico.

Il suo ciclo biologico, inoltre, è poco impattante perché si tratta di una pianta che cresce in fretta e con pochissima acqua, si propaga autonomamente e non ha bisogno di concimi altre sostanze chimiche. Senza dimenticare che la velocità con cui si propaga assicura una resa elevata anche in terreni di medie e piccole dimensioni e che durante la crescita assorbe notevoli quantità di Co2. Dulcis in fundo, i suoi scarti sono completamente biodegradabili e le radici prevengono il rischio di frane e cedimenti nel sottosuolo.

Come avviare una coltivazione di bambù

Oltre che redditizia e innovativa la coltivazione del bambù è un’attività assolutamente green che può aprire interessanti prospettive economiche senza ingenti investimenti iniziali o abilità specifiche. Non a caso, la pratica è approdata anche in Europa dove molti agricoltori hanno deciso di sperimentarne le potenzialità sul mercato. Ma vediamo come iniziare a coltivare il bambù e quali sono i passi fondamentali da compiere.

La prima cosa da fare è scegliere varietà e tipo di coltivazione che si vuole realizzare. Esistono migliaia di specie, ma chi decide di coltivare bambù in Italia dovrebbe orientarsi sulle varietà della famiglia Phyllostachys . Di queste, la specie che attecchisce meglio è il Moso, meglio conosciuto come bambù gigante, utilizzato soprattutto per la produzione di legname e germogli alimentari. Si tratta di una varietà versatile e a crescita rapida che predilige terreni leggeri e ben drenati, la più coltivata anche in alcune regioni della Francia meridionale.

Ricordate che è fondamentale acquistare le piantine (cloni) da un rivenditore specializzato e affidabile in modo da garantirsi un bambuseto longevo e di qualità. C’è anche chi decide di partire dal seme, ma questa è una scelta leggermente più difficile da attuare specie se si è alle prime armi

Coltivazione bambù sperimentale

E’ il tipo di bambuseto più adatto a chi gestisce già un’attività agricola e desidera integrarla con una coltivazione di bambù di piccole-medie dimensioni (circa 200 piante). Da bambuseti sperimentali si ottengono principalmente canne e germogli alimentari. Dalle prime si possono ricavare sostegni, arselle e paratie che possono essere vendute ad aziende agricole e imprese di giardinaggio. I germogli, invece, sono molto richiesti da ristoranti etnici e negozi biologici.

Giardino botanico

In questo caso, il bambuseto dovrà essere progettato per far scoprire ai visitatori il fascino di questa pianta, il suo valore ecologico e le tecniche di coltivazione. I potenziali clienti non saranno soltanto interessati ad acquistare piantine per la coltivazione del bambù in vaso o in pieno campo, ma saranno anche studenti, famiglie, amanti della natura ed esperti del settore attratti dal fascino di questa coltura. Nell’allestimento di uno spazio del genere, occorre prestare attenzione all’aspetto estetico del bambuseto e alla sua fruibilità e approntare tutti gli accorgimenti utili a sfruttare l’interesse turistico e didattico.

Bambù da reddito

La coltivazione del bambù da reddito è finalizzata in genere alla produzione di germogli, canne e foglie. Solitamente, si predilige la varietà di bambù gigante poiché più redditizia sul lungo termine. Il bambuseto ideale è composto da almeno 400 piante su un ettaro di terreno che aumenteranno gradualmente di numero nel corso degli anni. L’impegno è sicuramente maggiore e l’investimento iniziale più consistente, ma i potenziali acquirenti saranno laboratori alimentari, produttori di cosmesi naturale, mobilifici, aziende di design, industrie tessili e imprese operanti nel settore della bioedilizia.

Gli esperti ipotizzano che nel prossimo decennio la coltivazione del bambù dovrebbe svelare le sue reali potenzialità. A rivestire il ruolo di motore del mercato sarà sicuramente il comparto alimentare e quello della cosmesi naturale: la richiesta di cibi biologici è in continuo aumento e con essa l’interesse per i cosmetici 100% green.

Per quanto riguarda il legno di bambù italiano è molto probabile che esso sia accolto positivamente dal mercato come alternativa di qualità a quello asiatico. Questo potrebbe aprire opportunità in svariati campi di applicazione: dall’arredamento al design, dall’edilizia sostenibile all’oggettistica di lusso, fino ad arrivare al tessile. I presupposti affinché il mercato del bambù confermi le aspettative ci sono tutti, ecco perché avviare una coltivazione di bambù oggi potrebbe essere l’idea vincente di un futuro molto vicino.

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