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28 Aprile 2024 Elimina data

28 Maggio 2024 Elimina data

Contabilità e tassazione in Italia per i liberi professionisti nel 2023.

Il regime forfettario è, molto probabilmente, il tipo di partita IVA più interessante per i piccoli imprenditori. Si tratta, infatti, dell’unico caso di regime fiscale agevolato esistente nel nostro Paese.

Nello specifico, assicura un’aliquota del 15% sull’imponibile che, inoltre, viene ridotto al 5% per i primi cinque anni.

Cosa vuol dire questo? Quando parliamo di imponibile ci riferiamo al valore su cui si può applicare l’aliquota necessaria a effettuare il calcolo dell’imposta. In poche parole, tale regime consente di pagare meno tasse.

Vediamo, dunque, le sue caratteristiche, i vantaggi e i requisiti per accedervi, con le ultime novità che riguardano il 2023.

Le caratteristiche principali della partita IVA con regime forfettario

La partita IVA regime forfettario, come accennato, è un regime che gode di tassazione agevolata in Italia. Ha fatto la sua prima apparizione nel 2015, con la legge di stabilità.

Rispetto ad altri regimi, la differenza più importante consiste in un modo differente del calcolo del reddito imponibile. Quest’ultimo, invece di essere incentrato su differenza tra spese e fatturato, viene calcolato in maniera “forfettaria” per l’appunto.

Per poter calcolare il reddito imponibile servono due informazioni imprescindibili, ovvero il fatturato e il coefficiente di redditività.

Nel primo caso, per ottenere il dato preciso, occorre aspettare fino al 31 dicembre dell’anno di riferimento. Per il coefficiente di redditività, invece, è necessario conoscere il codice ATECO della propria attività. Quest’ultimo viene assegnato nel momento in cui viene aperta una nuova partita IVA.

Chi aderisce al regime forfettario può anche evitare alcuni adempimenti, assicurandosi anche diverse agevolazioni sulle tasse da pagare.

Come cambia il regime forfettario con l’introduzione della nuova Flat Tax 2023

Il nuovo Governo ha deciso di introdurre la Flat TAX per la partite IVA, legge che apporta notevoli cambiamenti al regime forfettario.

Le novità principali, a tal proposito, sono le seguenti:

  • innalzamento del limite massimo di reddito a 85 mila euro;
  • introduzione di una clausola che, quando si superano i 100 mila euro di fatturato, impone il passaggio al regime ordinario in modo automatico e immediato. In questo caso si avrà l’obbligo di emettere fattura e di tenere la contabilità ordinaria.

Chi rientra e chi, invece, viene escluso dal regime forfettario

Ma chi può accedere al regime forfettario? La legge italiana dice che sono ammessi persone fisiche sotto forma di ditta individuale o come liberi professionisti.

Sono esclusi, invece, le società di persone (ad esempio le SaS e le SNC), le associazioni e le società a responsabilità limitata.

Tenendo conto di queste informazioni, il regime forfettario non può essere sfruttato da:

  • i soggetti che fanno parte di regimi fiscali ai fini IVA;
  • persone che non hanno residenza in Italia, esclusi quelli che fanno parte di uno Stato membro dell’Unione Europea o rientrante nell’Accordo sullo Spazio economico europeo. In questi casi, però, è necessario svolgere almeno il 75% della produzione in Italia;
  • le persone che si occupano di attività commerciali come la vendita di fabbricati, terreni, mezzi di trasporto nuovi;
  • tutti quei soggetti che, nello stesso tempo, fanno già parte di società di persone, imprese a conduzione familiare o associazioni;
  • soggetti che esercitano l’attività con datori di lavoro con i quali hanno già avuto almeno due anni di rapporti lavorativi. Da questa regola sono escluse quelle persone che avviano una nuova attività dopo aver effettuato pratica professionale obbligatoria inserita in un percorso universitario;
  • le persone che, in riferimento all’anno precedente, hanno percepito redditi lavorativi superiori ai 30 mila euro.

Quali sono i requisiti necessari per chi desidera accedere al regime forfettario?

Chi fa parte degli individui che possono accedere al regime forfettario, devono anche possedere ulteriori requisiti, ovvero:

  • chi aveva già partita IVA, non deve aver ottenuto compensi superiori al limite annuale di ricavi (85 mila euro nel 2023). Il riferimento, naturalmente, è sempre all’anno precedente. Chi vuole ottenere i vantaggi di tale regime, quindi, deve controllare con attenzione questo dato;
  • le spese affrontate per il lavoro di tipo dipendente o accessorio devono essere inferiori ai 20 mila euro per l’anno precedente.

I principali benefici che il regime forfettario offre

Accedere al regime forfettario ha notevoli vantaggi di risparmio. I più importanti sono i seguenti:

  • ottenere una tassazione del 5% nel corso dei primi cinque anni di attività o del 15%;
  • non avere soggezione all’IVA e ai relativi adempimenti;
  • assenza di obbligo di tenere registri IVA. Occorre esclusivamente effettuare una numerazioni progressiva delle diverse fatture emesse (che vanno archiviate);
  • non si addebita l’IVA sulle fatture e non si subisce la ritenuta d’acconto;
  • si possono ottenere degli sconti del 35% sui contributi INPS per chi fa parte della gestione di quest’ultimo ente.

Diversi sono quindi i benefici legati al regime forfettario. Per poter sfruttare al meglio questi benefici è possibile inoltre affidarsi a piattaforme online per la gestione della contabilità e non solo, abbassando i costi spesso richiesti per tale assistenza.