Una volta realizzata la cosiddetta “massa critica” in un Paese, ovvero una dimensione della rete tale per cui si possa parlare di successo dell’insegna in franchising ( e non solo del modello declinato nel singolo punto vendita), l’azienda franchisor può pensare ad internazionalizzare la rete.
Come definire la strategia di internazionalizzazione nel franchising.
“To go International” può essere la chiave di volta per mantenere un chiaro posizionamento premium price della propria offerta, in quanto ampliando il mercato di riferimento si può essere maggiormente selettivi e mantenere intatto il modello di business, oppure ancora può rafforzare l’insegna e cogliere un trend dei consumi in altre aree del mondo.
Il punto è che internazionalizzare l’insegna deve essere una chiara strategia aziendale e non la “rincorsa” di contatti sporadici di richieste di affiliazione dall’estero: non funziona quasi mai, e porta inutili costi all’azienda madre anziché investimenti destinati a produrre ritorni incrementali negli anni.
Cosa significa internazionalizzare la rete in franchising?
Internazionalizzare la rete in franchising significa innanzitutto conoscere i mercati esteri, relativamente alla domanda a livello consumer ed a livello retail, e saper identificare i mercati-obiettivo per il proprio modello; occorre definire la strategia di ingresso (branch/ master franchising/ area development/ area representative/ joint-venture/ eccetera), produrre i documenti per i partner chiave quali contratti dedicati, manualistica ma soprattutto affrontare il capitolo della validazione del modello a livello locale mediante la sperimentazione/ revisione che in ogni Paese può essere soggetto a regole diverse (negli Usa, già 14 stati hanno normato il franchising sale in termini molto rigidi, secondo una tendenza destinata a crescere).
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