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28 Marzo 2024 Elimina data

27 Aprile 2024 Elimina data

Industria 4.0, il futuro passa dal cambiamento

 

“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose” diceva un famoso fisico e filosofo noto ai molti con il nome di Albert Einstein.

Ed è nel cambiamento, nella forza dirompente dell’innovazione, che trova terreno fertile quell’evoluzione che noi oggi possiamo definire Industria 4.0.

Quattro. Quattro punto zero.

Sì, perché il numero 4 sta ad indicare un susseguirsi di numeri naturali antecedenti. Uno, due, tre. Tre, come le rivoluzioni industriali a cui la metamorfosi socio-economiche e l’incredibile intelletto umano hanno dato, nei secoli, vita.

Lo sappiamo, lo abbiamo studiato nei nostri libri di storia. C’è stata l’energia idroelettrica, i treni a vapore e la nascita delle prime strumentazioni tecniche (XVII secolo), il primo modello di produzione di massa e l’elettricità (XIX secolo) e la genesi straordinaria dell’informatica con tutto ciò che ha comportato (XX secolo).

Così siamo giunti al numero quattro. Forse non tutti ce ne rendiamo conto, ma questa rivoluzione, questo rinnovamento è in atto oggi, in questo secolo.

Il mondo, e l’Italia, stanno infatti pian piano abbandonando quell’idea di identità che un tempo voleva dire solamente grandi poli industriali come unico luogo fisico o fabbrica come storicamente riconosciuta. La crisi finanziaria che ha colpito i settori imprenditoriali, unita a un persistente e inarrestabile mutamento della società, ha di fatto costituito il paradigma di nuova rinascita. Anche, e soprattutto, industriale.

L’avvento del digitale ha permesso un cambio di prospettiva.

L’uomo e la macchina hanno ridefinito i propri ruoli o almeno è in questa direzione che ci stiamo muovendo. L’analisi, l’utilizzo di dati come surplus strumentale e l’applicabilità al lavoro quotidiano di tecnologie finora immaginabili come ad esempio l’utilizzo di big data, infrastrutture informatiche e tecniche di integrazione dei sistemi hanno portato a definire un nuovo concetto di produttività con evidenti influssi economici e sociali.

Alla base di tutto risiede una parola: interconnessione, ossia collaborazione e integrazione tra più e differenti sistemi di produzione. Dalla raccolta del dato, all’analisi dello stesso, al perfezionamento dell’interazione tra elementi. Robotica avanzata, intelligenza artificiale, cyber-security, filiere sempre più smart, scambio di informazioni senza vincoli spaziali e temporali; questi sono solo alcuni dei figli di quest’ultima rivoluzione industriale.

Dobbiamo quindi ammetterlo. Anche se per ora non ve n’è traccia nei nostri libri di storia, siamo di fronte a un cambiamento epocale che, volenti o nolenti, ci coinvolge. Una trasformazione che, per certi versi, potrebbe persino fare un po’ di paura.

Ormai sentiamo ripetercelo sempre più spesso:

Quali saranno gli impatti sul contesto sociale? E sul lavoro? Fino all’apocalittico: i robot ci sostituiranno?

Forse, ma non è detto che la cosa non possa andare a nostro vantaggio.

L’obiettivo primario dell’Industria 4.0 è infatti lo snellimento dei processi, la decentralizzazione e la collaborazione tra i diversi sistemi, che non significa robot dalle sembianze umanoidi, ma integrazione tra uomo e tecnologia. Il lavoratore dotato di specifiche skills e competenze peculiari assume dunque il ruolo di fautore dell’intero processo, fulcro creativo della competitività manifatturiera (con ampi vantaggi che – grazie alla digitalizzazione e allo smart working – permetteranno al lavoratore di riconcettualizzare il “tempo lavoro”).

Si andranno a creare figure professionali sempre più delineate e dall’alta qualificazione: data scientist, data analysis & management, service architect, digital creativity… La differenza la faranno, ancora una volta, le high skills. Riuscire a coniugare esperienza ad hoc, intelligenza emotiva e forte reattività si rivelerà una scelta vincente sia per l’azienda sia per il singolo professionista.

Per questo Aquis, riferimento autorevole per ciò concerne la consulenza aziendale, ritiene che sia doveroso iniziare sin da subito un processo di formazione basato su modelli innovativi di apprendimento all’interno del comparto manifatturiero, del settore metalmeccanico e affine, ma anche artigianale e consulenziale e nei settori complementari. La competitività dell’impresa italiana, mai come prima, si misura in termini di “adattamento al cambiamento”, quello che l’Industria 4.0 ha – inevitabilmente – portato con sé. Perché, se c’è una cosa che quei tre numeri davanti a questo “quattro” ci hanno insegnato è che: “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose”.

Aquis Srl: è una società che, dal 2005, si occupa di affiancare le aziende e le persone che le costituiscono al fine di favorire lo sviluppo del loro potenziale grazie a interventi mirati e progetti costruiti su misura. Dal miglioramento organizzativo al benessere professionale fino alla crescita competitiva all’interno del territorio e nel settore di riferimento. Consulenza, formazione, individuazione di linee di finanziamento specifiche e bandi, lavoro. Gli strumenti utilizzati sono personalizzati e al passo con i cambiamenti di scenario di una società in continua evoluzione. Ne è un esempio l’offerta formativa promossa e finanziata dai fondi interprofessionali quali i corsi specifici inerenti l’Industria 4.0 (volti a promuovere best practice, offrire conoscenze, metodologie e strumenti Lean) e lo sviluppo di iniziative quali DUAL MEC nata con lo scopo di per favorire lo sviluppo e la diffusione di una cultura del lavoro e della formazione basata sul modello innovativo di apprendimento duale (coniugando sistemi e strumenti educativi-formativi con le esigenze professionali del sistema delle imprese e del mercato del lavoro).

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