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24 Aprile 2024 Elimina data

24 Maggio 2024 Elimina data

Come avviare un’attività  di coltivazione di piante aromatiche e officinali

Tisane, infusi, sciroppi, oli, essenze, liquori, profumi, creme, pot-pourri a base di lavanda, liquirizia, malva, melissa, rosmarino, sambuco. Questi e tanti altri sono i prodotti finali che si possono ricavare dalle piante officinali. Molte delle quali sono anche commestibili e vengono utilizzate in cucina e dall’industria alimentare della conservazione.
La volontà di utilizzare sempre di più per la cura e la bellezza del proprio corpo prodotti di origine naturale e il desiderio di diversificare ed assaporare prodotti alimentari preparati con l’aggiunta di condimenti aromatizzati sono tra i fattori principali che stanno determinando un rinnovato interesse verso le piante officinali ed aromatiche. Un interesse registrato negli ultimi anni in Italia come in altri Paesi Europei.
Guardando a “casa nostra”, desta stupore che gran parte delle piante aromatiche ed officinali utilizzate vengano importate da Paesi stranieri.

Il motivo? La produzione nazionale è tutt’ora deficitaria e non sufficiente a coprire il fabbisogno officinale nazionale. Le prospettive di mercato per le aziende agricole nazionali che si impegnano davvero per realizzare prodotti di qualità sono dunque allettanti.
Quali specie coltivare? Il consiglio degli esperti è di verificare innanzitutto quello che cresce spontaneamente in zona e poi, indipendentemente, valutare quali piante hanno al momento maggiori sbocchi di mercato. Una previsione a dire il vero non sempre facile, dato che si tratta di un mercato piuttosto altalenante e può darsi che come è successo per l’iperico qualche anno fa ci siano momenti di forte richiesta alternati da periodi di eccesso di offerta.

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La coltivazione delle piante officinali può essere l’attività giusta. La produzione di oli, essenze ed estratti si rivela redditizia anche se praticata su superfici non elevate.  Per trasformare le piante officinali nella propria sede occorre però mettere a punto una discreta organizzazione e prevedere quindi investimenti maggiori per l’avvio dell’attività. In questo settore, inoltre, i clienti sono alla ricerca di un’offerta completa e di qualità (molto apprezzate attualmente, e ben pagate, le produzioni biologiche). Ciò spiega perché il mercato dei prodotti derivati delle piante officinali è in mano di fatto alle società più grandi in grado di garantire appunto un’ampia gamma di prodotti di elevato valore qualitativo, a prezzi concorrenziali con quelli praticati sui mercati esteri. Per un piccolo agricoltore che necessariamente produce quantitativi limitati di piante officinali, potrebbe dunque essere preferibile limitarsi alla produzione di prodotti freschi per vendere il raccolto all’ingrosso a chi, dopo averle essiccate, provvede alla selezione meccanica della parte utile per poi passare all’estrazione, alla concentrazione ed alla realizzazione del prodotto finale.

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